La presenza degli italiani nella regione Nord Pas de Calais

La seconda ondata migratoria

 

Una comunità assimilata?

 

Il coraggio italiano manifestato durante la Ricostruzione, l’arrivo di immigrati di altre nazionalità e il passare del tempo hanno attenuato l’immagine negativa che la guerra aveva attribuito agli emigrati italiani.

100 000 franco-italiani, nel senso del termine usato da Pierre Milza (ossia un individuo con almeno un nonno di origine italiana) vivono oggi nella regione Nord pas de Calais. La presenza italiana nel Nord Pas de Calais ammonta a 30 000 cittadini ai quali vanno aggiunti 60 a 70 000 individui con almeno un nonno italiano, il che forma quella che chiamiamo “ l’italo francesità ”.

Questa comunità, che pare assimilata, sta invecchiando. I ricordi della terra natia, le tradizioni gastronomiche e festive, il racconto narrato mille volte dell’arrivo in Francia mantengono vivi i legami tra le diverse generazioni, ma con percezioni sempre più indebolite.

Da una ventina d’anni, stanno arrivando nuovi emigranti, quelli che i sociologi italiani chiamano “la nuova emigrazione”. Si tratta di quadri con funzioni di responsabilità e di universitari. Carichi di diplomi, di solidi contratti di lavoro e di buoni stipendi, si autoconsiderano loro stessi emigrati. Effettivamente secondo la definizione, nello stretto senso del termine, lo sono davvero ma hanno solo lontani rapporti con gli emigranti dei due dopoguerra, che del resto non frequentano. Si tratta di una nuova scissione, apparsa da circa quindici anni e che si aggiunge a quella formatasi dopo il 1945.


Una famiglia italiana nel campo del Pescron a Sin le Noble 1950 (particolare)
Cartina industriale del Nord Pas de Calais (particolare)

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