La presenza degli italiani nella regione Nord Pas de Calais

La Seconda Guerra Mondiale: un periodo buio

 

Tra fascisti e antifascisti

 

A partire dal 1926, l’arrivo degli italiani andò scemando perché, da un lato, il governo fascista aveva reso più difficili le emigrazioni, con lo scopo di conservare un popolo formato da uomini giovani, e dall’altro, la ricostruzione era quasi terminata in Francia e non erano più necessari i lavoratori stranieri. Gli eventi politici italiani si rispecchiarono allora nella colonia che si divise in tre categorie:
- una minoranza di fascisti dichiarati, articolati attorno al Consolato e alle sezioni fasciste
- una minoranza di antifascisti essenzialmente comunisti
- una maggioranza silenziosa e attendista che evitava di prendere apertamente posizione.

Il console Paolo Vecchietti rimase in carica a Lilla dal 1922 al 1939 intrattenendo buone relazioni con gli ambienti economici, la Préfecture e la Sûreté Générale. Non si accontentò di imporre un clima di paure minacciando gli antifascisti di licenziamento e/o espulsione ma fece il possibile per istituire un ruolo di coordinamento. Furono aperte tre sezioni del Partito fascista a Lilla, Lens e Arras con il nome di Casa degl’Italiani, sedi di associazioni e fulcro dell’attenzione verso gli emigrati tramite azioni di beneficenza, pur avendo un organico esiguo.

I partigiani della resistenza furono inseriti nel movimento “Italia Libera” che faceva parte del Comitato di Liberazione Nazionale. Se fino al 1925-1926 vi erano anarchici, socialisti e comunisti raggruppati nell’Unione Popolare Italiana, nel 1939 essi formarono l’unica corrente antifascista attiva e organizzata della regione. Il gruppo antifascista si scontrò con l’occupazione in un contesto difficile: per la grande maggioranza dei francesi la nazionalità italiana faceva di loro dei nemici; per le autorità italiane e per i datori di lavoro, in particolar modo le compagnie minerarie, il loro comunismo li rendeva dei fuorilegge. Le azioni dei partigiani non avevano alcuna specificità: sabotaggi, attentati, attacchi ai municipi, distribuzione di volantini. Il tutto accanto al fianco dei francesi.

L’amministrazione francese non praticò alcuna discriminazione verso gli italiani rispetto agli altri stranieri e si limitò a sorvegliare gli attivisti politici o sindacali, reprimendo con forza quelli vicini al Partito Comunista e mostrandosi tollerante con i fascisti.


Una famiglia italiana nel campo del Pescron a Sin le Noble 1950 (particolare)
Cartina industriale del Nord Pas de Calais (particolare)

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